La collina della croci

Una collina, quattrocentomila croci.
Racconto di una giornata in uno dei luoghi più magici e sacri della Lituania

Collina delle croci

Vilnius. Ufficio turistico, centro città.
“Salve, vorrei informazioni sulla collina delle croci
“Certo, ma non si trova qui a Vilnius, è sulla strada per Riga, quasi a metà percorso. Con la macchina è molto semplice arrivarci”
“si, so dove si trova, ma vorrei arrivare lì con i mezzi. Mi può dare una mano?”
“con i mezzi?!”
“Si, con i mezzi, grazie”
Colta alla sprovvista, la ragazza dell’ufficio turistico si volta per prendere un enorme faldone pieno di pagine plastificate, zeppo di orari di bus e treni che da Vilnius portano ad esplorare tutto l’entroterra lituano.
“Deve prendere il primo autobus dalla stazione dei bus di Vilnius fino a Šiauliai, e da lì prendere un autobus urbano che la porterà a due chilometri dalla collina. In 4 ore circa sarà lì”
“Ok, grazie”
“Buona fortuna”
“……”

Entrata della collina delle croci

IL VIAGGIO


Il giorno dopo mi alzo di buon’ora e vado a prendere il primo autobus per Šiauliai, cittadina famosa per essere nodo di scambio di tutta la Lituania.
Dopo una buona mezz’ora di attesa in autostazione, fra piccioni che oziano e strani tizi che tentano di vendermi profumi tirati fuori furtivamente dagli zaini, vedo arrivare l’autobus urbano. L’autista non spiccica una parola d’inglese, ma sentendo “Hill of Crosses” si illumina e mi fa capire che mi avrebbe indicato la giusta fermata.
Sull’autobus sono tutte persone del luogo, tranne io e un ragazzo cicciotto asiatico che si guarda intorno un po’ spaesato.
Veniamo scaricati dall’autista su una strada sperduta di campagna dove, per fortuna, ci sono delle indicazioni abbastanza chiare per la collina delle croci. Bisogna solo percorrere un rettilineo di circa due chilometri e si arriva finalmente a destinazione.
Inizio a camminare velocemente per raggiungere il prima possibile la collina, visto il poco tempo a disposizione, e se solo avessi perso il bus di ritorno sarei rimasta nel bel mezzo del nulla. Il ragazzo asiatico, invece, data la sua stazza e la giornata particolarmente calda, cammina a stento e lo distanzio in poco tempo. Una volta arrivata al parcheggio della collina, trovo un piccolo ufficio turistico e negozi di souvenir che vendono croci di tutti i tipi, dalle più elaborate a quelle che costano appena 50 centesimi. Insomma, croci per tutte le tasche.
Fantasticando su quale croce possa essere più adatta a me, entro finalmente nella collina delle croci, e credetemi quando dico che questo è uno dei luoghi più suggestivi che abbia visto nei paesi baltici.

Croci

UN PO’ DI STORIA


Ma facciamo un passo indietro, perché come ogni tradizione che si rispetti, anche questa ha una storia molto interessante alle spalle.
Le prime croci in questo luogo furono innalzate nel XIV secolo per commemorare i defunti, ma tre secoli più tardi il fenomeno si allarga. Le croci diventano simbolo di ringraziamento e protezione e si iniziano a vedere nei luoghi più disparati, dai campi ai lati dei fiumi fino alle strade. Nelle piazze delle città, nei luoghi dove le persone si riuniscono per le assemblee, o soltanto dove c’era abbastanza spazio per fermarsi a pregare. Fu così che la croce divenne il simbolo dell’identità nazionale.
Durante la dominazione degli zar il significato della croce cambia drasticamente e diventa simbolo di resistenza. Era infatti un grave reato, in epoca sovietica, innalzare croci. La collina venne spianata per ben 3 volte, ma questo non distolse i fedeli dal ricominciare a piantarle di nuovo. Nel 1961 le truppe dell’armata rossa vennero qui, distrussero ben 2000 croci che erano sulla collina e non contenti, costruirono anche un fossato intorno, ma la mattina dopo alcune croci erano già state ricollocate. Le croci furono rase al suolo anche nel 1972, a seguito della protesta di uno studente di Kaunas che si suicidò contro la dominazione sovietica.
Da quando nel 1991 la Lituania ha riacquisito l’indipendenza una nuova generazione di intagliatori di croci ha ripreso attivamente a lavorare, senza più doversi nascondere. Quest’arte viene tramandata di padre in figlio e, piccola curiosità, viene utilizzato soltanto legno di quercia, sacro per i pagani che inizialmente abitavano questa collina.
Ma non è tutto, perché qui non si trovano solo croci ma anche le famose statue lituane in legno sormontate da un piccolo tetto, chiamate koplytstulpis, oppure statue raffiguranti il Cristo Addolorato o Madonne con bambino. Una mi ha lasciato veramente perplessa, una madonna con bambino con croci conficcate per tutto il corpo, quasi fossero vere e proprie pugnalate, un po’ un Giulio Cesare ma in versione Cristiana.
Ultima curiosità: ad oggi sulla collina si contano ben 400.000 croci!

Croce

LA COLLINA DELLE CROCI


In genere il turista di passaggio fa un giro sulla passerella principale, da uno sguardo al volo, fa qualche foto e va via, non percorrendo per niente i piccoli sentieri laterali, a volte così stretti che per passare bisogna scavalcare croci crollate. Ma è proprio in queste stradine che si trovano persone del luogo intente a piantare la propria croce, in silenzio e pregando per chissà cosa. Inoltre è sempre tra queste strade che si trovano le croci più strane.
Croci steam punk fatte con ingranaggi, croci fatte con materiale catarifrangente, con i cd, fatte a mano unendo dei filatteri, croci fatte all’uncinetto, per non parlare poi delle vere e proprie cataste di croci crollate. Avvicinandomi ad una di queste cataste non nascondo di essermi spaventata! Qualcosa li sotto si muoveva! Ma, fortunatamente, erano solo dei passerotti che ormai hanno fatto delle croci la loro casa.
Continuando a passeggiare nel completo silenzio, gli enormi rosari adagiati sulle croci non rimangono inosservati. E con “enormi rosari” intendo collane che saranno grandi almeno un paio di metri.
Attraversato il piccolo ruscello che scorre proprio alla base della collina si può visitare anche il pulpito da cui papa Giovanni Paolo II celebrò una messa nel 1993.

Collina delle croci

EPILOGO


Se vi state chiedendo che fine abbia fatto il ragazzo cicciotto asiatico, non ne ho la più pallida idea. Non l’ho visto nella collina né nell’ultimo bus di ritorno a Vilnius. Probabilmente si è costruito un rifugio con qualche ammasso di croci e ha passato la serata con i passerotti.

Clicca qui per vedere tutte le foto! 🙂

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