Una settimana all’aeroporto – Alain de Botton

debotton

“ Viviamo in mezzo a milioni di persone che per la maggior parte ignoriamo e da cui siamo ignorati, ma alcune avranno sempre in ostaggio la nostra capacità di essere felici; riusciremmo a riconoscerle anche dall’odore e non potremmo farne a meno a costo di morire.”

 
Sono un’amante dei nonluoghi, tutti quei luoghi dove non ci si sente stabili, dove tutti transitano ma nessuno vi abita.
L’aeroporto è uno dei nonluoghi per eccellenza, un posto dove si arriva e si parte, dove lasciamo i nostri ruoli quotidiani per vestire i panni dei viaggiatori.

Qui, in genere, ci si ferma solo per poche ore, solo il tempo per partire, oppure per le ore necessarie ad un lungo scalo.
Ora, immaginate di vivere un’intera settimana in aeroporto, di osservare senza essere notati gente che parte, gente che torna, gente che si rivede dopo tanto tempo e gente che si saluta per non incontrarsi mai più.
Alain de Botton, autore del libro “Una settimana all’aeroporto”, ha proprio fatto questo, ha vissuto per una settimana nello scalo londinese di Heathrow.

Ha piazzato la sua scrivania al centro dell’atrio delle partenze e ha osservato la vita quotidiana dell’aeroporto, scoprendo un mondo nuovo, fatto non solo di viaggiatori, ma anche di lavoratori.
Ha parlato con la gente che gli si avvicinava pensando che il suo fosse un banco dove ottenere informazioni, ha conosciuto storie di uomini e donne di tutto il mondo e ne ha scritto, trasformando le loro storie in racconti e riflessioni sulla complessità della psiche umana,

Un libro da leggere per vedere da un’altra prospettiva uno dei posti che visitiamo ma che non siamo abituati a vedere.

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