#unViaggioVintage

Se parlo di vecchi viaggi non posso non ripensare a quando papà andava in libreria e tornava a casa con la nuova guida del Touring Club. Apriva la cartina stradale grande quanto tutto il tavolo e io salivo subito sulla sedia per ficcarci il naso dentro, per perdermi guardando strade che curvavano verso posti che ancora neanche sapevo leggere.

Uno dei simboli del viaggio vintage, la mappa.

Iniziava poi la ricerca degli alberghi, e così si alzava la cornetta e si facevano 100 telefonate interurbane per chiedere info sui prezzi, sulle stanze e sulla posizione.
Dopo qualche tempo era il momento di tirar fuori i borsoni, perché i trolley ancora non erano d’uso comune.
Si caricava la macchina e si partiva.
Io, affacciata al finestrino, mi godevo tutto il paesaggio mentre costringevo i miei a mettere nella radio in macchina l’ultima cassetta di Cristina d’Avena.
Dopo ore e ore di sigle di cartoni animati, fermi tutti, Stefania ha fame, così la macchina si fermava in una piazzola di sosta e dalla valigia veniva fuori il fornelletto da campo per cucinare la pasta con il formaggino, per anni il mio piatto preferito. Si, perché da piccola avevo sempre molta fame, e i viaggi con mamma e papà erano un masticare continuo.
E la situazione ora non è molto cambiata.

Io e la fame sempre insieme

Il mio primo viaggio mi ha portato a Taormina, perla della Sicilia, viaggio poco impegnativo non troppo lontano da casa.
Per la prima volta, la nostra Fiat Panda celeste 3 porte è entrata nella pancia del traghetto, come in una favola di un Collodi postmoderno e visionario.
Scesi dalla macchina papà mi ha portato sul ponte per farmi vedere come lasciavamo la Calabria per approdare in Sicilia.
Ricordo il freddo che abbiamo preso, perché, come i miei mi hanno insegnato, mai andare in vacanza quando ci vanno tutti. Noi partivamo quando tutti gli altri genitori erano chiusi negli uffici e gli altri bambini aspettavano con impazienza l’ultima campanella per andare a giocare.

Famiglia al completo sul traghetto

Già in questo primissimo viaggio sono venute alla luce quelle che poi sono diventate le mie due grandi passioni, il viaggio e l’archeologia.
I ricordi di quando si è bambini con il tempo tendono a distorcersi e ad offuscarsi, ma non dimenticherò mai quelle scalinate a semicerchio e il panorama sul mare che si vedeva dal teatro greco della città.

Io e i miei genitori nel Teatro Greco di Taormina

Finita la visita culturale era il momento di cercare una cabina telefonica per chiamare la nonna rimasta a casa con il cane.
Ecco, un’altra delle mie grandi passioni. No, non la nonna, intendo il cane.
In braccio a papà mi arrampicavo fino alla cornetta per sentire qualche guaito e qualche abbaio del mio terribile Yorkshire che soffriva di crisi d’abbandono.

Io e Billly

Finita la telefonata lacrimosa chiedevo a mamma e papà di andare “abbar” (si, tutto attaccato e con due B) per affogare in una granita alla menta la mia tristezza per i chilometri che mi separavano dalla mia palla di pelo.
E anche l’usanza di andare al bar (con gli anni ho imparato a pronunciarlo bene) è diventata ormai una tradizione e quasi una routine.
Scrivendo questo racconto mi sono accorta di quante cose in 30 anni sono cambiate: le mappe non si usano quasi più, l’aereo è diventato uno dei mezzi più usati per viaggiare, le cabine telefoniche sono ormai sparite dalle strade e le musicassette sono sconosciute ai più giovani.
Mi sono anche resa conto che io, in 30 anni, non sono molto cambiata. La passione per l’archeologia, per i viaggi, per gli animali e per i bar, la curiosità che ogni giorno mi spinge a programmare nuovi viaggi per giocare a fare l’esploratrice, non mi abbandoneranno mai.

Ciao a tutte le genti

L’idea di #unviaggiovintage è di Monica, blogger di Alla Ricerca di Shambala, ma un ringraziamento particolare va a Daniela, blogger di Orsa nel Carro, che mi ha fatto scoprire questa bella iniziativa.
Ora tocca a voi e ai vostri ricordi!

Come partecipare?

Ecco alcune semplici regole copiate in toto dal blog di Monica.

•potete scegliere voi se parlare di un solo viaggio e più d’uno, massima libertà sulla scelta del tema o del filo conduttore, basta che sia roba VECCHIA!!!!

•l’importante è che ogni viaggio di cui parlate ci sia almeno una o più fotografie con voi dentro (così possiamo vedere come stavate combinati ai tempi, sta proprio lì il bello)

•se siete blogger scrivete il post sul vostro blog e inserite il link qui sotto nei commenti, se non lo siete inviatemi racconto e immagine a allaricercadishambala@gmail.com e lo condividerò comunque sulla pagina fb del blog.

•In entrambi i casi, i partecipanti lasciano un commento in fondo al post (i blogger con il link al loro post) e concedono implicitamente a Alla ricerca di Shambala l’autorizzazione a condividerle sui profili social.

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