Via Amerina

Lazio Insolito: un giorno sulla Via Amerina

Benvenuto sulla via Amerina, tra antiche necropoli e strane conformazioni geologiche, in quello che un tempo era il territorio falisco.

A volte bisogna seguire una singola strada per scoprire storie di migrazioni, commerci e conquiste. È questo il caso della via Amerina, strada che ha alle spalle più di 2000 anni di storia. Fu aperta nel 241-240 a.C. e collegava Veio con Ameria (l’attuale Amelia in Umbria) attraversando tutto il territorio falisco.

Chi sono i falisci

Probabilmente non hai mai sentito parlare dei Falisci, ma questa popolazione mantenne una propria indipendenza artistica e politica per lungo tempo, convivendo con i loro ben più famosi vicini, gli Etruschi.
I Falisci, letteralmente “abitanti di Falerii“, venivano chiamati così dai romani, poiché abitavano nell’Agrus Faliscus, zona dell’Italia centrale nella parte destra del Tevere.
E con i Romani purtroppo non ci andarono mai troppo d’accordo.
Tentarono di contrastare le loro politiche espansionistiche, e per molto tempo si scontrarono con la Capitale. Ma dopo secoli di guerre, nel 241 a.C. i romani rasero al suolo Falerii, l’attuale Civita Castellana. Fondarono poi poco distante Falerii novi, città che avrebbe sostituito l’antica capitale falisca.
Ed è proprio da questa città che inizia la mia visita sulla via Amerina.

Falerii Novi

La nuova cittadina fu subito circondata da una possente cinta muraria, che potrai osservare in alcuni punti in quanto ben conservata. Purtroppo della vecchia area urbana oggi poco è visitabile. Gli scavi condotti risalgono al 1800 e da allora non si è fatto molto di più, sia per la solita mancanza di fondi che per la presenza di proprietari terrieri che sono poco propensi a lasciare tutto e andare altrove.
In ogni caso, la città divenne importante e famosa e si espanse velocemente. Basti solo pensare che in età augustea fu costruito un teatro poco furi le mura, poiché all’interno non c’era più posto. In tutto ciò la Via Amerina passava al centro della città, e costituiva il cardo di Falerii Novi.
Oggi, oltre alle mura, dalle quali si accede in città tramite la ben conservata Porta di Giove, si possono vedere pochi resti di un edificio pubblico con un portico e un’insula.
Inoltre nel XII sec. alcuni monaci provenienti dalla Francia fondarono l’Abbazia cistercense di S.Maria in Falleri. Interessante è fare un giro intorno alla chiesa per vedere lo strano transetto con cinque cappelle. Purtroppo non sempre è aperta al pubblico, ma ci si può accontentare di una bella passeggiata nell’area.

Necropoli di Tre Ponti

Continuando a seguire il tracciato della Via Amerina verso sud, (se non vuoi farlo a piedi puoi andare comodamente in macchina), si arriva alla Necropoli di Tre Ponti.
Appena arrivata non volevo credere a quello che vedevo. Una strada romana, con il suo bel basolato, fiancheggiata da tombe. Uno spettacolo che non avevo mai visto prima.

Questo perché le necropoli romane si svilupparono soprattutto fuori dalle aree urbane, lungo le maggiori vie di transito, sia per motivi pratici che per garantire una maggiore visibilità della tomba e mantenere vivo il ricordo del defunto.
E proprio in questa necropoli si sono susseguite le inumazioni per ben cinque secoli, dalla seconda metà del III sec. a.C. fino al III sec d.C. Si possono anche capire le differenze di ceto sociale a partire dal tipo di decorazioni interne, dal numero di vani e dalla grandezza della tomba stessa.
Le tombe si possono esplorare liberamente, basta solo dotarsi di coraggio, buon senso e un cellulare con una torcia. Insomma, il posto adatto per dei novelli Indiana Jones. Ma, mi raccomando, sempre nel rispetto del luogo. Quindi inutile darti le solite raccomandazioni da mamma sul non sporcare e non distruggere.
Interessante è un enorme masso quasi al centro di questa via. Cadde in epoca antica nel bel mezzo della strada, e data la mole, non fu possibile spostarlo. Fu invece deviato il percorso della strada, e dal masso se ne ricavò un forno. Così, molto probabilmente, chi arrivava a cavallo poteva fermarsi per prendere qualcosa da mangiare, come in un moderno street food.
Se vuoi andare alla ricerca di altre tombe invase dalla vegetazione passa il moderno ponticello, piazzato qui al posto del vecchio ponte romano ormai crollato, di cui puoi vedere ancora alcune parti tra la vegetazione.
Ora riprendi la macchina e raggiungi la prossima meta.

Tagliata di Corchiano

Corchiano è un piccolo borgo arroccato su uno sperone tufaceo che merita una visita. Ti consiglio di non raggiungerlo direttamente in macchina, ma attraversando una tagliata.
E per tagliata non intendo un piatto di carne, ma una strada direttamente scavata nel tufo, tipica di alcune popolazioni etrusche e falisce.
E pensare che una strada del genere fu scavata completamente a mano fa veramente rabbrividire. Fidati, le foto non rendono l’atmosfera che si respira laggiù. Pareti di tufo altissime si innalzano a lato di questa stretta strada, intervallate da cunicoli e tombe.
Alla fine della tagliata continua a camminare e ti troverai ad un bivio. A sinistra potrai raggiungere un santuario, ma solo se non hai paura dei tantissimi asinelli liberi di pascolare in questa zona. A destra invece raggiungerai Corchiano.
Se vuoi puoi anche fare una sosta per rifocillarti nella prossima tappa, un’altra antica città falisca.

Nepi

Per visitare tutta Nepi ci vuole una giornata intera, così tante sono le cose da vedere. Ma noi siamo qui solo di passaggio, quindi ti consiglio di fare giusto una passeggiata tra le sue vie per arrivare al Palazzo Comunale con la sua magnifica fontana con lo stemma della città, cioè una torre con un serpente attorcigliato ai suoi piedi scolpito nel travertino.

Poi arriva anche a vedere la piccola cascata cittadina. Da qui si ha una bella vista su tutta la forra, una particolare conformazione rocciosa che circonda la città.

Altri tratti della Via Amerina

Riprendendo la macchina si va ancora verso sud, per vedere altre due parti ben conservate della Via Amerina. Non è facilissimo trovarle, perciò, segui la mappa di questo articolo!
La prima parte che visiterai è una piccola sezione dove oggi sorgono dei piccoli altari votivi e anche una tomba di una cagnolina.
La seconda parte invece è molto più lunga e ci porta alla vera e propria esplorazione. Seguendo il percorso lastricato della Via Amerina ci si inoltra nel bosco e ad un certo punto si passa anche sopra un bel ponte ad unica arcata, molto probabilmente di età romana.
Ma ormai è pomeriggio inoltrato e decido di tornare a Roma.
La giornata da provetta esploratrice mi ha elettrizzata e non vedo l’ora di continuare il percorso, alla scoperta di chissà quali altre meraviglie!

Ringrazio sentitamente Roberto e Maurizio dell’Associazione Strada dei Sapori Terre Falische per avermi accompagnata e guidata in questa esperienza. La loro associazione promuove e valorizza la tradizione sia storica che enogastronomica della bassa provincia di Viterbo e permette a tutti di esplorare posti impensabili in quella che una volta era la terra dei falisci.

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