“Macchiaioli. Le collezioni svelate” in mostra a Roma al Chiostro del Bramante

“Il collezionista si trasferisce idealmente […] in un mondo migliore, dove le cose sono libere dalla schiavitù di essere utili.”
Walter Benjamin

Con questa frase, incorniciata come un vero e proprio quadro, si apre la mostra

“I Macchiaioli. Le collezioni svelate”.

Ma chi sono questi Macchiaioli?

Come tutti i progetti più importanti di ogni epoca, le idee si sviluppano meglio se accompagnate da un buon bicchiere,  e anche qui tutto ebbe inizio dal famoso caffè Michelangiolo a Firenze, dove si riunivano tutte le personalità che volevano rinnovare la pittura italiana in senso verista. E con le loro “macchie” riuscirono ad opporsi al Romanticismo e al Purismo Accademico.

Intorno a quel tavolo sedevano  personalità di spicco come Diego Martelli, critico d’arte, che mise a disposizione dei suoi amici pittori la sua tenuta a Castiglioncello, piccolo paese toscano affacciato sul mare. Ed è proprio in questo paesino che i macchiaioli dipinsero molti dei loro capolavori.
Martelli, che in questa mostra potrete ammirare nel grande quadro che lo rappresenta ormai anziano, fu anche un grande sostenitore del realismo francese, come dimostra il pezzo unico di Alphonse Maureau “la Senna”.

Oltre alla collezione del Martelli, altri grandi collezionisti aprono le porte delle loro case, in senso quasi letterale, vista la magnifica esposizione attuata negli interni del Chiostro del Bramante.

Tra questi collezionisti c’è Cristiano Banti, che ci presenta anche sua figlia Alaide che indossa un magnifico vestito blu e una collana di velluto e il giovane Giorgio Capranica del Grillo, così ben definito in volto che quasi non si nota la veloce pennellata che ne compone la mano.

In questa mostra impareremo a conoscere anche  Giovanni Fattori, con opere come “L’appello dopo la carica”, “Incontro fatale”  e  “Marcatura dei cavalli in Maremma”, ma anche con le piccole Tavolette dipinte con scene di paesaggio, oppure con l’opera mai esposta pubblicamente  “Ciociara”, dove l’artista dipinge Amalia Nollemberg affacciata al balcone. La sua relazione con l’artista diede scandalo a quei tempi, visto che era la bambinaia di casa di un suo allievo.

Tra i quadri della collezione di Rinaldo Carnielo conosciamo  il “Beppe Abbati” di Boldini, ritratto della meteora del movimento dipinto al fianco del suo cane. L’Abbati  infatti morì prematuramente a soli 32 anni dopo aver combattuto nella Terza Guerra D’indipendenza.

Con le opere di Odoardo Borrani ci trasferiamo all’interno delle abitazioni, dove alcune “Cucitrici di camicie rosse” sono impegnate a confezionare abiti per i garibaldini e dove “L’analfabeta” si fa aiutare dalla propria padrona a scrivere una lettera in un ambiente che ci ricorda le opere fiamminghe.

E poi ancora troviamo le collezioni di Camillo Giussani, di Mario Bargiotti, di Mario Galli, e…

Scopritelo da soli visitando la mostra, e fatemi sapere se vi è piaciuta!

“ Già dal ‘600 collezionare era considerata un’attività terapeutica contro la malinconia”
Francesca Molfino

Info utili

Indirizzo: Via Arco della Pace, 5 – Roma

La mostra finisce il 4 settembre 2016 e costa 13 euro.

Potrete andare tutti i giorni dalle 10 alle 20, e se siete universitari, tutti i lunedì fino al 29 agosto pagate solo 5 euro.

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