Summer Jamboree: tutto quello che devi sapere per evitare disavventure

Cos’è il Summer Jamboree?

E’ la domanda che mi sono sentita ripetere più spesso in questi giorni!
Per chi ancora non lo sapesse, è un mega festival incentrato sulla musica e sulla cultura anni ‘40 e ‘50 che si tiene ogni anno tra luglio e agosto per 7 giorni a Senigallia, in provincia di Ancona.

Perché andare?

Per vestirti da pin up o da marinaio, per ballare boogie tutta la notte, per comprare tutti gli abitini vintage che hai sempre sognato, per farti rimorchiare da simpatici marpioni in bretelle, o per essere un marpione in bretelle.

Insomma, per vivere qualche giorno negli anni ’50.

Cosa organizzare con largo anticipo?

Il pernottamento come prima cosa! Essendo uno dei più grandi festival al mondo di questo genere avrai difficoltà nel trovare un posto in città se non ti organizzi veramente con molto anticipo. Io, per esempio, ho prenotato con due mesi di anticipo e mi sono ritrovata a dover dormire in una tenda troppo piccola in un campeggio a Marzocca, ridente (?!) cittadina a circa 10 km da Senigallia.

Se sei interessato al ballo potrai anche prenotare dei workshop a pagamento che si tengono nella Rotonda sul Mare. Contatta gli organizzatori sul sito ufficiale per sapere come fare.
Ma se vuoi risparmiare devi sapere che nel pomeriggio, nei giardini della Rocca, si tengono corsi gratuiti.

Cosa si fa al Summer Jamboree?

Non lo saprai fino all’ultimo momento! Ebbene sì, ho cercato su internet fino all’ultimo minuto, ma nulla, nessun programma in rete.
Arrivata lì ho vagato tra gli stand sperando che ci fosse il solito ufficio informazioni e così è stato.
Programma pieno di eventi dalle ore 16 – 18 in poi, quindi la mattina avrai tutto il tempo per goderti il mare della riviera marchigiana. La sera, invece, avrai l’imbarazzo della scelta: 3 palchi principali su cui si susseguono ininterrottamente gruppi e cantanti jazz, blues e rock’n roll.

E non perderti la sfilata di macchine d’epoca!

Come arrivare?

Bella domanda! Io ho preso il treno. Guidare non mi piace, e mi piace ancor meno se devo limitarmi nel bere un paio (forse 3 -4) drink. Così sono arrivata nel mio bel campeggio di Marzocca pensando ci fossero delle navette, data l’enorme portata turistica del festival, ma mi sbagliavo! Pochi bus tra la costa (disseminata di campeggi, tra l’altro) e Senigallia, per non parlare del fatto che domenica le corse spariscono o vengono considerevolmente ridotte. Una cosa che ho trovato veramente assurda è l’orario dell’ultimo autobus: l’1 di notte.
Il punto è che il concerto principale finisce proprio all’1. Avrebbero potuto mettere l’ultima corsa all’1:30 per dare la possibilità a tutti di non scappare via durante le ultime canzoni.

Alla ricerca dell’autobus perduto

-Tratto da una storia vera –
Io, di andare via prima della fine del concerto, non ne avevo proprio voglia, anche perché, dopo, la musica continua e nelle strade si continua a fare festa. Così la prima sera sono andata a prendere un taxi in stazione. Sì, in stazione, perché non sono riuscita a chiamare un taxi, visto che il numero del centralino era sempre occupato e quando non era occupato non rispondeva comunque nessuno. In stazione ho aspettato una mezz’oretta per prendere un taxi che mi portasse nel mio campeggio. Mezz’ora perché credo che i taxi a Senigallia si contino sulle dita di una mano monca.
La seconda sera mi andava ancora meno di tornare in tenda all’1, visto che era sabato e il concerto principale finiva alle 3 e continuava fino alle 5 sulla Rotonda Sul Mare. Ma questo, secondo voi, ha fatto mettere nuove corse agli autobus?! Assolutamente no! Finivano comunque all’1!
Alle 4.30 vado in stazione cercando il mio solito taxi ma la situazione era infernale: orde di turisti assetati di taxi assaltavano le poche vetture presenti e lì ho visto anche dei buoni presupposti per una rissa mattutina. Allora sapete cosa ho fatto? Ho maledetto la società di trasporti e ho deciso di fare quei 10 km a piedi alzando il pollice di tanto in tanto.
Così ho conosciuto Sauro, un gentile signore della zona, che continua a caricare gli autostoppisti anche dopo aver avuto una brutta esperienza, solo perché a lui piace chiacchierare e ascoltare storie nuove.

Sauro, un brav’uomo ormai di un’altra epoca.

Leggi anche la mia avventura anni ’50 al Summer Jamboree

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